Personalità poliedrica quella di Sandro Bonaccorsi, architetto, designer, illustratore, diviene direttore artistico e creativo in varie realtà aziendali. Sopra ogni foglio bianco inteso come territorio di un nuovo esperimento, il suo ingegno e la sua creatività si esprimono nella progettazione di ambienti, forme ed oggetti. Ogni suo progetto è frutto d’innato intuito associato ad una lunga ricerca che coniuga arti applicate e scienza. Con occhio vigile sulla reale potenzialità commerciale di ogni sua idea, Sandro Bonaccorsi si avvale di spirito critico e grande creatività attraverso l’utilizzo degli strumenti e delle principali tecniche del disegno e della rappresentazione grafica. Quel linearismo così sicuro e deciso che Sandro dimostra nelle sue creazioni nasce dalla passione per il disegno, inteso come essenza pura e semplice di un fare artistico del tutto originale e di forte impatto visivo. La sintesi espressiva che caratterizza ogni oggetto da lui disegnato, si conquista il suo posto in uno spazio armonico dove la luce risulta essere la componente chiave dell’intera realizzazione.
La linea, decisa, possente e vigorosa viene intesa come entità creatrice della forma in simbiosi con una cromia piena di vita. Quella voglia prorompente di disegnare, di fermare sulla carta la suggestione di idee, forme, proporzioni, luci ed ombre, volumi e spazi, rende visibile quell’estro che si esprime a tutto tondo in una simbiosi fra idea e concreta realizzazione. Molteplici sono le tecniche artistiche attraverso le quali egli si esprime tra cui il disegno artigianale, l’acquarello, la fotografia, il disegno industriale. Un linguaggio che ben conosce la storia dell’architettura e del design, ma che ha la forza di andare oltre per ricercare linguaggi nuovi, attuali, in linea con i tempi per delineare un nuovo modo di abitare, un nuovo modo di vivere gli spazi e gli oggetti d’uso quotidiano. Una figura professionale che non si chiude all’interno di una ricerca personale solitaria, ma possiede la forza e la capacità di aprirsi a preziose sinergie ed interazioni prive della paura di condividere le proprie idee.
Ambra Grieco
Sandro Bonaccorsi artista eclettico dalle molteplici proposte espressive comunica attraverso un libero uso di materiali e codici personali, con un atteggiamento versatile sotto il segno di tutte le forme artistiche. La sua è un’arte che si imposta per una nitida fisionomia di composizione, che con padronanza dei propri mezzi e dei propri strumenti elabora soluzioni costruite con simmetria, attraverso un rapporto equilibrato delle dimensioni. In campo progettuale ottiene risultati nuovi e originali riducendo i mezzi espressivi a pure articolazioni geometriche, con forme elementari e strutture primarie che disposte o sovrapposte creano linearità ritmiche nello spazio circostante. In pittura l’artista si esprime attraverso varie tecniche con apprezzabili risultati: nei graffiti recupera una semplicità popolare dell’immagine la cui marcatura delle linee di definizione delle figure propone il linguaggio dei cartoon, che trasferisce anche come decorazioni in oggetti di ceramica; nelle pitture invece l’interesse è dato dall’ uso essenziale del colore, che mette in risalto le peculiarità del soggetto rafforzandone il movimento, con il tratto continuato del disegno. Nuove sollecitazioni emergono nella personalità artistica di Bonaccorsi la cui reazione decorativa si manifesta con il bisogno di sperimentare nuove geometrie: partendo da forme primarie, costruite principalmente da solidi geometrici, elabora profili che richiamano la natura stessa, tanto che l’oggetto da funzionale diventa opera d’arte, da osservare in tutte le sue angolazioni per scoprire nuove impensabili fisionomie. Nello sviluppo creativo dell’artista risulta interessante anche l’accostamento dei materiali dalla diversa consistenza materica per produrre innovativi oggetti dalle forme e decorazioni originali, che diventano essi stessi ricercati manufatti di design. La combinazione di materie prime nobili (quali rame o alluminio) con prodotti di uso sartoriale come la pelle rappresenta una soluzione innovatrice, che denota l’apertura artistica di Bonaccorsi verso soluzioni all’avanguardia, dalle forme che superano la consueta logica naturale.
Un’arte quindi dalle diverse sfaccettature che attrae per le abilità espressive offerte dai materiali che, provvisti di valore estetico, vengono riqualificati dall’artista diventando vere e proprie opere d’arte.
Cristina Bruni
Una forma, un significato; anzi molti significati. Monoeye é l’entità – Umano? Fantastico? Diverso? Utopistico? Alieno? – protagonista dell’opera di Sandro Bonaccorsi, giovane architetto di tutto ciò che aspira a diventare bello, seducente, utile e quindi caro alla nostra esistenza. Monoeye si forma dall’ accostamento creativo di due cerchi concentrici con due punti neri che, ridotti all’essenziale rappresentano l’insieme di iride e pupilla: ma attenzione, Monoeye é un prodotto intellettuale generato dalla mente e dal mondo digitale. Questo bulbo sempre in veglia ha la capacità di guardare, come prevedibile, ma anche di riflettere, imitare ed esprimersi, instancabilmente. La sua fenomenologia é profondamente umana: vagando per un mondo che per riconoscersi ha ormai bisogno di consumare massivamente la propria immagine, Monoeye si affida all’immaginazione come dato conoscitivo essenziale per imparare e ripetere. Ad una prima fase di osservazione sostituisce una seconda fase di acquisizione del modus vivendi dell’uomo, perdendosi nell’ intricato significato dell’esistenza; travolto dal folle e inspiegabile magma primigenio dell’uomo contemporaneo, se ne libera solo quando decide di distillarne alcuni elementi, per interpretarli con precisa volontà imitativa. Quindi si traveste, recita, s’immedesima, per diventare ciò che deve: uomo, animale o mummia, ogni volta interpretando se stesso e un mondo che necessita del suo intervento. Con il tempo Monoeye si é evoluto verso capacità impreviste da Sandro: sorprendentemente ha avviato la produzione di idee e sviluppato capacità critiche, trasfigurate dal suo autore in temi e riflessioni. Soppesare e valutare la realtà non poteva essere più stimolante di così: le trenta bandiere che rappresentano le pure manifestazioni di Monoeye esprimono concetti individuali e collettivi, talvolta divertenti e talaltra meditativi, ogni volta capaci di costruire espressioni identitarie in cui lo spettatore può riconoscersi, arrabbiarsi, compiacersi o gioire. Monoeye è un pensatore attivo, per scelta e per passione.
Con questi suoi effetti collaterali , forse indesiderati, Sandro ci accompagna nel suo mondo, fatto di scenari animati da associazioni volontarie e involontarie, come quelle di qualsiasi artista: ogni composizione, apparentemente semplice, obbedisce ad una concezione personale di grande rigore, che produce equilibrio visivo e apre spiragli verso la ricerca di equilibri etici talvolta utopici: in ogni caso istantaneamente comunicativi, come testi poetici, che con brevi frasi racchiudono un mondo e il suo senso. I giorni tristi e allegri di Monoeye ci regalano quindi l’espressione di quelle emozioni che ha imparato ad imitare: felicità, ironia, sofferenza, ansia, disperazione o sgomento.
Beatrice Mazzanti