C’era un tempo, sempre più remoto, in cui la piazza era il fulcro della vita di una comunità urbana ed il suo simbolo. La piazza era un luogo dove si svolgevano svariate funzionalità, oggi si direbbe polifunzionale. Era un luogo di commercio e di scambi, di incontri, di relazioni, di svago, di spettacolo, di manifestazioni politiche e religiose. Fisicamente, la piazza era uno spazio aperto, libero, di forma variabile, nel quale confluivano più strade, circondato da edifici. Ciò che caratterizzava e qualificava la piazza erano proprio gli edifici che vi si affacciavano: la piazza principale della comunità urbana era limitata da costruzioni sede del potere politico e religioso. La piazza era uno spazio pensato in stretta relazione con gli edifici che la circoscrivevano, piazza ed edifici si completavano a vicenda. Nel corso del Novecento la piazza si è svuotata di molti dei suoi contenuti, le tante funzioni storiche che ospitava hanno trovato sede in altri luoghi fisici e/o virtuali. Gli spazi fisici della comunità urbana si sono dilatati, rarefatti, e con essi anche quello della piazza. Da spazio libero, liberato da varie funzioni, è stato occupato da vari manufatti: statue, aiuole, panchine, alberature, spazi per la sosta di veicoli meccanici.
Di fronte ai parcheggi sono stati realizzati muri che oltre a schermare la vista delle auto dalla piazza, riducono l’inquinamento visivo ed acustico. Il loro orientamento, tra loro non perfettamente parallelo nasce dalla volontà di rafforzare il concetto di accoglienza e di apertura verso il cuore di questo spazio.
La parte centrale della piazza è in leggera pendenza e crea sul bordo del perimetro uno scalino che può diventare seduta per le persone che lì si raccolgono oppure limite di uno spazio attrezzato a mercato o ancora elemento di divertimento con bici, pattini o skateboard.
Questa lieve pendenza può diventare platea per uno spettacolo teatrale all’aperto o anche platea di un cinema sotto le stelle. Tutta la piazza può essere all’occorrenza mercato, area di gioco protetta, area per manifestazioni di vario tipo, insomma, sarà uno spazio utile alla comunità poiché pulito e libero, luogo di ritrovo e di condivisione, centro geometrico della comunità, simbolo di identità.
Architetto Sandro Bonaccorsi – Architetto Valter Ciurli